Venezia e chi? Lei e noi. L’Oriente
e l’Amore portato via dall’acqua.
Mentre il pittore di Giudecca sciacqua
i pennelli nel canale. A noi di luce
resta la sola scia dei rifiuti lanciata
da una crociera in transito. L’ultima
possibilità di alzare un altare per Amore.
Di mascherare il volto vero se intatto.
Di prepararsi al Carnevale. Poi niente
prima di amare non esiste Amore.
A niente servono i tentativi di stare
in maschera dentro la trasparenza.
Il vetro soffiato nella bolla. Venezia
fondamenta marce e limpide al suono
dell’acqua. Appanna al vetro il vaporetto.
L’esodo quotidiano in barca a motore.
Giunge a Canal Grande. Torna a Stazione.
Noi non siamo Amore. Estranei alla Vergine
dei Frari il manto blu sospende. E qui persi
commensali al banchetto di Veronese
non sappiamo più essere attori o comparse
di Amore. Prima di amare se il gelido
vetro di gennaio si accende. Salutano i turisti
dalla nave. Passano. Ci lasciano la deriva.
Novembre 2015