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era un giorno perfetto,
solo quel granchio annaspa
tra la sabbia lieve
e l’aria queta,
tenace si guadagna
qualche istante
dentro quel cosmo ordinato
e indifferente
ma se tu lo sollevi
e dentro l’acqua posi,
non infrangi la legge
che t’impone
una diversa vita
lasciare alla sua sorte?
Umberto Piersanti vince il Premio Ceppo Selezione Poesia con Nel folto dei sentieri (Marcos y Marcos 2015) per la sua poesia sospesa tra realismo dettagliato e respiro fiabesco, che ha al centro il mondo della campagna intorno a Urbino ma anche un mondo universale di archetipi, dove si affollano le figure del rito e della festa: il pastore, la maga, la donna dei boschi, i folletti, l’anacoreta, tutto un universo arcaico, immobile e vibrante, sospeso nel tempo. Ed è un universo abitato dalle anime dei morti, che sono qui in mezzo a noi, tra un croco e un ciclamino, tra una volpe e una poiana: possiamo incontrarle nelle nostre case, nelle nostre passeggiate, nei gesti più consueti della nostra giornata. In questo libro di Piersanti ritornano in una nuova luce i grandi temi che hanno percorso da sempre le sue pagine: le Cesane, il trascorrere dei mesi, le delicate presenze femminili, la natura marchigiana, “l’eterno, scontato, stupendo passo delle stagioni”. E questi temi vengono innestati in un verso asciutto, percussivo, capace di rappresentare sia l’immagine concretissima di un albero o di un corpo sia quella onirica di un ricordo infantile. (dalla motivazione di Milo De Angelis. Prosegue qui)
“Piersanti […] canta la propria terra in una dimensione fantastica, tesa a sottolineare l’eternità e la bellezza della Natura contro l’estrema fragilità umana” (Franco Manzoni – “Corriere della Sera”)
“Tra i versi circola una sorta di reliquiario del vivere, la lucentezza del paesaggio che vive attorno al poeta, il fissaggio di questa natura, un fazzoletto marchigiano messo in un rilievo concreto, e delle cose concrete annotate, poi il significato e il simbolo” (Carlo Franza)