2 Ottobre 2022
Evento speciale del Premio Ceppo: giovedì 13 ottobre 2022 lo scrittore è al Piccolo Teatro Mauro Bolognini di Pistoia a presentare il suo libro di racconti “Tre cene (Giunti editore 2021)
Al Piccolo Teatro Mauro Bolognini di Pistoia (Via del Presto), giovedì 13 ottobre alle ore 16.30, si conclude la 66 edizione del Premio Letterario Internazionale Ceppo con l’incontro con Francesco Guccini che presenta il suo ultimo libro di racconti “Tre cene” (Giunti editore).
L’evento si svolge con la compartecipazione del Comune di Pistoia, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e il contributo di Giunti Editore.
La serata è condotta e moderata dallo scrittore Paolo Fabrizio Iacuzzi, presidente e direttore del Premio che ha anche seguito come editor gli ultimi libri dello scrittore pavanese presso Giunti. Lo scrittore dialoga con il prof. Alberto Bertoni, giurato del Premio e professore all’Università di Bologna, uno dei maggiori critici dell’opera di Guccini. Le letture dal libro sono affidate a Filiberto Segatto, girato del premio e attore-formatore.
Porgono i loro saluti Alessandro Tomasi (sindaco di Pistoia), Lorenzo Zogheri (presidente della Fondazione Caript).
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti, apertura del teatro dalle ore 16.00
L’evento, più volte rimandato per l’emergenza Covid 19, conclude il 66° Premio Letterario Internazionale Ceppo. E’ in collaborazione con la Libreria Giunti al Punto di Pistoia.
Tre cene (invero la terza è un pranzo) Giunti editore 2021
Tre storie, un unico libro che si conclude a sorpresa tornando all’inizio. Dai poveri anni Trenta alla disillusa fine del Novecento, passando dalle speranze dei Settanta, tre compagnie di amici si avvicendano, nei luoghi dell’Appennino intorno a Pàvana, con le loro aspirazioni, i loro scherzi, le loro perfidie, le loro sbronze. Una specie di “Pàvana Social Club” dove il vino anziché il rum, con la sua irrisoria e consolatoria allegria, è il motore. E bagna quei mitici piatti che sono rievocati anche attraverso le ricette della tradizione. Ancora una volta Guccini ci racconta con ironia com’è cambiata l’Italia, dove le differenze sociali via via si riducono e le donne diventano più protagoniste, ma sempre mettendo in risalto quei bizzarri eroi della sua epica del disincanto.
Gli eventi del Premio Ceppo su Francesco Guccini
Questa presentazione rientra nell’“Omaggio a Francesco Guccini” che il Premio Ceppo ha voluto dedicare negli anni alla lezione e al magistero che lo scrittore ha consegnato all’Italia attraverso le sue canzoni e i suoi racconti, iniziato più di 10 anni fa con l’assegnazione del Premio Ceppo Natura, quasi a sottolineare una essenziale vocazione “econarrativa” della sua scrittura, omaggio poi proseguito con la presentazione dell’antologia “Canzoni” (a cura di Gabriella Fenocchio) e di altri libri come “Tralummescuro” (2019) e “Non so che viso avesse” (2020), in vista di un convegno più ampio su “Francesco Guccini scrittore” che solo l’emergenza sanitaria per Covid 19 ha costretto a procrastinare.
Guccini è lo scrittore della gente dell’Appennino, fra Toscana e Emilia, inteso come metafora di ogni ritiro non fine a sé stesso dal mondo ma per ascoltare e dar voce all’umanità più autentica e vera del mondo. Scrive da quella terra di frontiera – esistenziale e culturale, fra due cruciali isoglosse linguistiche – che è Pàvana, mito e roccaforte di una narrazione orale e contadina che Guccini ha portato di nuovo alla ribalta nella letteratura italiana grazie al suo talento, quello di un uomo che, pur di mettere a frutto e fino in fondo la propria vocazione di scrittore, ha preferito saggiamente ritirarsi dai palcoscenici e dai riflettori della canzone italiana, per scrivere da Maestro, da “gigante dell’Appennino” il suo nome e cognome a chiare lettere nella leggenda della nostra terra.
Francesco Guccini è nato a Modena nel 1940 e vive a Pavana sull’Appennino. Cantautore-poeta e scrittore di assoluta originalità, è un mito per generazioni di italiani. Cronista per due anni alla Gazzetta dell’Emilia di Modena e cantante chitarrista in orchestre da balera, è stato sporadicamente anche attore, autore di colonne sonore e di fumetti. Per vent’anni, fino alla metà degli anni ottanta, ha insegnato lingua italiana al Dickinson College di Bologna, scuola off-campus dell’Università della Pennsylvania. Ha esordito nella narrativa nel 1989 con Cròniche Epafániche per poi pubblicare molti racconti e romanzi, tra cui, Vacca d’un cane (1993), Racconti d’inverno(1993; con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi), La legge del bar e altre comiche (1996), Cittanòva blues (2003), Icaro (2008), i due volumi del Dizionario delle cose perdute (2012 e 2014), Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (2015), Tralummescuro (2019) e Non so che viso avesse (2020). Ha concluso la sua carriera musicale con il disco L’ultima Thule (2012). Dal 1997, con Loriano Macchiavelli ha pubblicato una lunga serie di libri gialli. Le sue canzoni più belle sono raccolte e commentate in Canzoni (a cura di Gabriella Fenocchio), 2018.