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59° Premio Selezione Ceppo 2015

Franco Buffoni, Jucci (Mondadori, 2015)

Franco Buffoni è nato a Gallarate nel 1948, vive a Roma. Saggista (L’ipotesi di Malin, Marcos y Marcos, 2007), narratore e traduttore (Poeti romantici inglesi, Mondadori 2005), ha insegnato per trent’anni letteratura inglese e letteratura comparata. Ha fondato e dirige la rivista “Testo a fronte”. Come poeta ha esordito nel 1978, presentato da Giovanni Raboni su “Paragone”. Il suo lavoro poetico è stato raccolto in Poesie 1975-2012 (Mondadori 2012). Per saperne di più: www.francobuffoni.it

Motivazione di Alberto Bertoni

Buffoni_JucciFranco Buffoni vince il Premio Selezione Ceppo 2015 con il libro Jucci (Mondadori 2014) per l’intreccio, riuscito alla perfezione, dell’Amore e della Morte, tra le linee dominanti in tutta la poesia occidentale: un intreccio illuminato dalla grazia di una scrittura poetica a un tempo morbida e esatta, colloquiale ma protesa sempre a improvvise accensioni metafisiche, fondata su un’esperienza anche microfisica del quotidiano e consapevole di come – in armonia magari col biblico Cantico dei Cantici – “ci si può allontanare dalla fonte”. Il pregio maggiore del libro, di rara compattezza strutturale, così da far pensare a un vero e proprio romanzo in versi, risiede non tanto nella capacità di tratteggiare il Bildungsroman di due persone in formazione (esistenziale, sensoriale, psicologica), quanto proprio nella capacità della parola poetica di render concreto questo autentico processo conoscitivo.

Il tema del libro è paradossale, perché – pur prodotto da un autore che da tempo ha fatto outing della propria omosessualità, eleggendola non di rado a topos della sua scrittura – rappresenta l’amore giovanile (ma sviluppato in tutte le fasi e le dimensioni possibili) dell’Io narrante per un soggetto femminile, troppo presto scomparso. Il nome di Proust, qui, può essere pronunciato con piena convinzione ed essere anzi eletto a modello di costruzione dell’esperienza, fra percezioni profonde che producono epifanie sensoriali non meno che intellettuali (e alla fine etiche), “geometrie analitiche” del sentimento o le mirabili arti “della respirazione trattenuta”.
È sempre un grande sollievo, quando si rileva lo stato di grazia di un poeta: se ne illumina la sua storia autoriale, certo, ma ne traggono grande giovamento anche la lingua, la sensibilità, la cognizione del mondo che appartengono alla comunità – non importa se piccola o grande – dei suoi lettori. Dopo quarant’anni di scrittura in versi (cui si è aggiunto da sempre un esimio lavoro di traduttore, soprattutto dall’inglese e dal francese), Franco Buffoni – lombardo trasferito da anni a Roma, classe 1948 – è pervenuto al suo capolavoro, che il Ceppo intende riconoscere e premiare.

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