Premio Letterario
Internazionale Ceppo Pistoia

Vincitore del 31° Premio Ceppo con la raccolta di poesia Obbedienza (Crocetti editore 1986).

Vincitore del 61° Premio Speciale Ceppo Pistoia Capitale della Poesia alla carriera.


 

Dalla motivazione di Geno Pampaloni al 31° Premio Ceppo

Nella assai bella prosa finale (Infanzia e poesia) Carifi ci dà egli stesso una chiave di lettura dei suoi versi e della sua idea di poesia. Il «sogno della poesia» scrive, è un «atto di fedeltà ad un Angelo bruciato e la fedeltà altrettanto rigorosa a una terra desolata e secca». Protagonista, e si può dire tema musicale dominante è «un bambino del dopoguerra (Carifi è nato, ricordiamolo, nel 1948) che giuoca in uno spiazzo sterrato e desolato, circondato da edifici sventrati e cadenti. Questi segni gli parlano di una guerra che non ha conosciuto e i suoi occhi guardano verso il cielo nello spasimo di amarne la trasparenza». Ecco allora che l’infanzia diviene «Tempo dell’obbedienza, di un rigore tragico e destinale». La Poesia è «il mito… di un’infanzia custodita nel fondo del linguaggio», «parola erratica e mai perduta», «parole dettate da una voce che ordina», «responsabilità» di un «dire esigente». A questa concezione fatale, e quasi sacrale, della poesia, si ispira, con coerenza profonda, L’obbedienza. …vorrei leggere Sempre la stessa voce, ove quella sacralità, perentoria quanto misteriosa, trova piena espressione… «Dall’altalena al nulla» può essere una bella formula riassuntiva dello spazio poetico di Carifi, e del suo linguaggio, scabro, povero, insistito, e duro e trasparente come un cristallo. Nella poesia di Carifi sono riscontrabili suggestioni europee (la Achmàtova, Rilke, Trakl); ma «le città sdraiate nel crepuscolo» sarebbero piaciute ad Alfonso Gatto, così come i dialoghi di Voci potrebbero piacere a Mario Luzi. In essa, le esperienze simboliste e surrealiste trovano consonanza con accenti e motivi crepuscolari. Ma tali antefatti culturali non offuscano l’originalità del poeta.


Dalla motivazione di Paolo Fabrizio Iacuzzi al 61° Premio Speciale Ceppo Pistoia Capitale della Poesia

Roberto Carifi vince il 61° Premio Speciale Ceppo Pistoia Capitale della Poesia per l’intera sua opera letteraria e critica svolta nell’arco di quarant’anni di attività. Carifi aveva già vinto il Ceppo a neanche 40 anni, nella 31° edizione del 1987, con L’obbedienza (Crocetti, 1986). A distanza esatta di trent’anni il Premio Internazionale Ceppo intende ribadire quel giudizio: da Simulacri a Figure dell’abbandono la poesia di Carifi conferma la sua vocazione al pensiero e alla contemplazione, al destino e all’amore, all’esilio e al dolore in un cammino anteriore all’infanzia e alla vita che diventa sempre ulteriore nel nulla e nella morte. La figura della madre è al centro della sua opera, un cammino verso una redenzione impossibile, ma che pure trova in lei l’essenza della pietà e della compassione. Le quattro stagioni della poesia di Carifi: l’orfica primavera, fioritura della morte nell’infanzia, da Simulacri a Obbedienza (1979); l’estate civile torrida dei forni crematori nel silenzio assordante di Auschwitz  da Occidente (1990) a Europa (1998)l’autunno con le ombre lunghissime tra amore e morte da Il gelo e la luce (2003) a Tibet (2011); l’inverno desolato logoro e scheletrico, da Madre (2014) a Figure dell’Abbandono (2016)quasi ogni 10 anni la poesia di Carifi cambia per essere tuttavia sempre fedele a se stessa, muta e si avvicina a quello sciame sismico finale di quelle piccole plaquette annuali di versi, pubblicate da Le lettere e da Raffaelli, una scossa toccante fino alla paura che non cessa di farci rabbrividire nel più totale spolpamento e nudità corporale della parola. Ecco il suo Breviario: «La sorte, destino segnato dal caso, / a me ha riservato un merlo / che lasciano emettere suoni di ramarro / per me che vado nel dolore / il ramarro mi dona la pace.».


 

La testimonianza di Milo De Angelis in occasione del 61 Premio Speciale Ceppo

Ho conosciuto Roberto Carifi negli anni settanta e subito sono stato colpito e attratto dall’ampiezza del suo sguardo, dei suoi orizzonti, delle sue letture, davvero insolite nella piccola Italia di quel periodo, recintata nei suoi confini e nella sua lingua. Roberto no. Era di un altro mondo. Leggeva i tedeschi e i francesi. Parigi era la sua città. E la grande poesia europea del Novecento era il suo nutrimento quotidiano: da Rainer Maria Rilke a Georg Trakl, da Yves Bonnefoy a Gottfried Benn, attraverso il magistero di Heidegger, Lacan e Bataille. Parlare con lui era uno sconfinamento. Era l’ingresso in un universo di scrittura che pochissimi in Italia frequentavano. Roberto Carifi pubblica il primo libro nel 1979 – Simulacri, Forum Quinta Generazione – e già emergono i grandi temi che lo accompagneranno per tutta la vita: la madre, l’infanzia, la morte e i morti, con cui Roberto ha intessuto da sempre un dialogo fitto e drammatico. E poi l’Oriente, che si impone nell’ultimo periodo della sua vita, ma che fin dall’inizio si lasciava intuire in certi scorci panteisti, in un senso dell’universo e della sua immensità. E questo rintocco animistico troverà il suo apice in quel gioiello di poesia cosmica che è Il segreto (Le Lettere, 2015), dove il colloquio con le ombre e la percezione del corpo ridotto a un relitto si proietta su uno sfondo sterminato (nel doppio significato di immenso e di raso al suolo) e viene percorso da una continua metamorfosi, dalla certezza dell’incarnarsi in un’altra creatura della terra: “Ancora è giorno, esistenza di piccoli passi, / ignoto ai più, qualcuno si ricorda di me, / ora non è più giorno e mi dissolvo / è sera e di me non resta che un albero / di notte sogno la madre o forse sono sveglio / sono un tronco, una misera acacia”. La madre, ancora una volta. Roberto Carifi è un poeta della madre, così come Pascoli o Sbarbaro sono poeti del padre. Il tema materno percorre tutta la sua opera e culmina nella plaquette intitolata La madre (Le Lettere 2014), dove il tono più denso degli esordi si fa nitido e immediato: “Quando gli inverni ricominciano presto , / e di nuovo le preghiere incontrano il silenzio. / Avrai sentito parlare di questa rovina, / tutto ti appare remoto, un’altra storia, un altro tempo. / Lo capisco, Madre, e ti vorrei raggiungere. / Intanto mi sto abituando al silenzio, / ogni giorno mi esercito all’addio”.


 

Nota bio-bibliografica

Roberto Carifi (Pistoia, 1948), poeta, filosofo, scrittore, traduttore e critico letterario, è una delle voci più significative della poesia italiana contemporanea. All’insegnamento di filosofia nei licei ha affiancato un’intensa attività come traduttore (Rilke, Trakl, Hesse, Bataille, Flaubert, Racine, Simone Weil, Prévert, Rousseau, Maunick, Michon) e come autore di saggi letterari, testi filosofici e racconti. La sua firma è comparsa su numerosi quotidiani e mensili tra cui “Alfabeta”, “Paese Sera”, “l’Unità”, “Il Giornale” oltre ad avere una rubrica sulla rivista “Poesia” e essere stato tra i fondatori della rivista “L’altro versante”. Sue poesie sono state tradotte, oltre che nei paesi di lingua spagnola, anche in Inghilterra e negli Stati Uniti.

Dopo un’infanzia in cui, a causa del precoce allontanamento del padre, unico punto di riferimento è la madre, trascorre un’adolescenza turbolenta per l’insofferenza a ogni tipo di autorità, cosa che non gli impedirà di impegnarsi socialmente come nella partecipazione all’opera di recupero libraio dopo l’alluvione del 1966. Nello stesso periodo si esibisce con gruppi musicali pistoiesi sperimentando sia in ambito blues che rock. Nel 1968 si iscrive alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Firenze. Sarà attratto in particolare dal pensiero filosofico di Nietzsche e Heidegger. Nello stesso anno partecipa attivamente alla contestazione studentesca nelle frange anarchiche. Dopo la laurea l’interesse per la psicanalisi si traduce in numerosi viaggi a Parigi per seguire le lezioni del filosofo psicanalista francese Jacques Lacan all’École Freudienne. Nello stesso periodo si avvicina al pensiero di Gilles Deleuze. Frequentazioni che saranno importanti nel formarsi dello stile poetico di Carifi, che nel 1979 pubblica la sua prima raccolta intitolata Simulacri (Forum).

Nel 1981 pubblica per Guanda Viaggi d’Empedocle e nel 1982 comincia la frequentazione del poeta Piero Bigongiari, oltre che di Giuseppe Conte, Roberto Mussapi, Cesare Viviani, Tommaso Kemeny e Rosita Copioli. Nel 1984 pubblica per Società di Poesia di Milano la raccolta di poesie scritte tra il 1980 e 1983 intitolata Infanzia (riproposta nel 2012 da Raffaelli Editore) e nel 1985 ottiene la cattedra di Filosofia al liceo “Amedeo d’Aosta” di Pistoia. Con la raccolta poetica Obbedienza (Crocetti) del 1986 si afferma definitivamente come una delle voci più importanti della poesia del secondo Novecento, raccolta che vince il 31° Premio Nazionale Ceppo.

Durante gli anni Novanta si intensifica la sua collaborazione con  quotidiani e mensili, il lavoro nella redazione della rivista “Poesia” e come traduttore. Nel 1990 pubblica la raccolta poetica Occidente (Crocetti) e il saggio La carità del pensiero (I Quaderni del Battello Ebbro). Del 1993 sono le raccolte Casa nell’ombra (Almanacco dello specchio, Mondadori), Amore e destino (Crocetti) e i racconti pubblicati sotto il titolo Nome di donna (riproposti per i tipi di Raffaelli Editore nel 2010). Nel 1994 pubblica il saggio Il segreto e il dono (Egea) e nel 1995 Le parole del pensiero (Le Lettere) e la raccolta poetica Il figlio (Jaca Book). Nel 1996 pubblica la raccolta di racconti Victor e la bestia (Via del Vento) e l’anno successivo il saggio Il male e la luce (I Quaderni del Battello Ebbro). Il decennio si chiude con altre due importanti opere: nell’estate del 1998 Amore d’autunno (Guanda, ripubblicato nel 2014 da Raffaelli Editore) che sarà segnalato dalla critica e andrà esaurito nel giro di pochi mesi; nel 1999  Europa (Jaca Book).

Il 2000 si apre con la pubblicazione del saggio Nomi del Novecento (Le Lettere) e da un’intensa attività poetica che non si arresta, se non per un breve periodo di cure dopo l’ictus che lo colpisce nel 2004,  mentre il suo avvicinamento al pensiero buddista si fa decisivo nella sua visione poetica.

Raccolte poetiche: Simulacri (Forum, Forlì, 1979); Viaggi d’Empedocle (Guanda, Milano, 1981); Infanzia (Società di poesia, Milano, 1984 – Rist. Raffaelli Editore, Rimini, 2012); L’obbedienza (Crocetti, Milano, 1986); Occidente (Crocetti, Milano, 1990); Casa nell’ombra (in “Almanacco dello Specchio”, Mondadori, Milano, 1993); Poesie (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme, 1993); Amore e destino (Crocetti, Milano, 1993, 2000); Il figlio (Jaca Book, Milano, 1995); Amore d’autunno (Guanda, Milano, 1998 – Rist. Raffaelli Editore, Rimini, 2014); Europa (Jaca Book, Milano, 1999); Amore e destino e altre poesie (Crocetti, Milano, 2000); Poesia (Papeles Privados, Città del Messico, 2000); Il gelo e la luce (Le Lettere, Firenze, 2003 – Rist. Raffaelli Editore, Rimini, 2015);  D’improvviso e altre poesie scelte (I Quaderni di Via del Vento, Pistoia, 2006); La solitudine del Buddha (Le Lettere, Firenze, 2006); Nel ferro dei balocchi (Crocetti, Milano, 2008); Tibet (Le Lettere, Firenze, 2011); Il monaco (Raffaelli Editore, Rimini, 2011); Madre (Le Lettere, Firenze, 2014); Ritratti dell’abbandono (Raffaelli Editore, Rimini, 2014); Il segreto (Le Lettere, Firenze, 2015); Figure dell’abbandono (Raffaelli Editore, Rimini, 2016).

Racconti: Nome di donna e altri racconti (N.C.E., Forlì, 1993 – Rist. Raffaelli Editore, Rimini, 2010); Victor e la Bestia (I Quaderni di Via del Vento, Pistoia, 1996); Lettera sugli angeli (Via del Vento, 2001);  Destini (Libreria dell’Orso editrice, Pistoia, 2002)

Aforismi: La piaga del nulla (Cesati, Firenze, 1984)

Saggi: Il gesto di Callicle (Società di Poesia, Milano, 1982); La carità del pensiero (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme, 1990); Il segreto e il dono (Egea, Milano, 1994); Le parole del pensiero (Le Lettere, Firenze, 1995); Il male e la luce (I Quaderni del Battello Ebbro, 1997); L’essere e l’abbandono (Il Ramo d’Oro, Firenze, 1997); Nomi del Novecento (Le Lettere, Firenze, 2000); In difesa della filosofia (Le Lettere, Firenze, 2001) e Lezioni di Filosofia (Gli Ori, 2009)

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