Premio Letterario
Internazionale Ceppo Pistoia

Giancarlo Pontiggia è il vincitore del Premio Ceppo Selezione Poesia, con il libro di poesie “Il moto delle cose”, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Premiazione 24 marzo 2019 mattina, Biblioteca San Giorgio di Pistoia.


Giancarlo Pontiggia al 63° Premio Internazionale Ceppo Pistoia 2019


La motivazione del Premio Ceppo Selezione Poesia a Giancarlo Pontiggia per “Il moto delle cose” (Mondadori 2017), scritta da Milo De Angelis, giurato del Premio.

Giancarlo Pontiggia vince il Premio Selezione Ceppo Poesia 2019 con Il moto delle cose (Mondadori 2017) per aver scritto un libro antico, attraversato ad ogni pagina dalle forze del cosmo. È un libro unico nella poesia di oggi, un libro che conosce il respiro dei grandi poemi greci e latini, l’ispirazione primigenia che poi vediamo scomparire per secoli e millenni. Qui riappare in una forma nuova, con richiami potenti alle classiche cosmogonie, a Empedocle, a Lucrezio, a quel respiro universale che esiste in ogni canto perì phýseos, quel senso di moto incessante senza pausa e senza meta. La voce “cosmica” di questo libro è ampia e appassionata, sconcertante, vivissima. Ma c’è un’altra voce nel Moto delle cose, ed è una voce “novecentesca”, una voce singolare e solitaria, ferita e interrogante, che conosce bene tutte le inquietudini di questo secolo, conosce la coscienza infelice e l’io diviso, il baratro del nulla da cui veniamo e in cui precipitiamo. Questa seconda voce si intreccia “naturalmente” con la prima e la rinnova con la forza del suo dubbio. È una voce molto diversa, ha bevuto alla fonte cosmica, ha visto le sue albe innumerevoli e i suoi uragani per poi diventare nostra e moderna, voce dell’uomo e del suo filo d’erba, voce malinconica e dolente, assorta in una severa meditazione sul vuoto che ci assedia: ogni creatura è sola nella sua avventura terrestre, immersa nell’universo ma al tempo stesso separata, consapevole della sua mortalità, della minima fiammella che è la sua esistenza.

Giancarlo Pontiggia scrive qui il suo De brevitate vitae, immergendo il destino umano nelle correnti del mondo e del tempo, nel moto delle cose senza origine né fine, nel vortice cieco delle “acque / che sprofondano in altre acque”, quando ci chiediamo dove è finita la luce che ci innalzava e iniziamo a “mendicare / un po’ della loro vita / calda, inebriante”.  E riscrive con la coscienza lacerata del Novecento l’infinita staffetta di cui facciamo parte, la fiaccola della vita che morendo consegniamo a chi verrà dopo di noi.


Chi è Giancarlo Pontiggia

Poeta, critico e teorico della letteratura, Pontiggia (Seregno 1952) nel 1978 in collaborazione con Enzo Di Mauro ha curato per Feltrinelli la fortunata antologia dei poeti nuovi, La parola innamorata. Ha pubblicato le precedenti raccolte di poesi:a Con Parole remote 1998) e Bosco del tempo (2005), riedite poi nel 2015 col titolo Origini. Per il teatro ha scritto: Stazioni (2010) e Ades. Tetralogia del sottosuolo (2017). I saggi sono raccolti in Contro il Romanticismo (2002), Lo stadio di Nemea (2013), Undici dialoghi sulla poesia (2014).

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